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Boom di green jobs ma mancano i candidati

Boom di green jobs ma mancano i candidati

Entro i prossimi 5 anni serviranno 3,9 milioni di nuovi lavoratori verdi. Giovani e imprese chiedono maggiore formazione e specializzazione per arrivare in tempo all’appuntamento con la transizione ecologica.

Recentemente, un’indagine di Almalaurea che ha coinvolto 222.000 laureati, il 78,9% di tutti i laureati nel 2022, ha messo in evidenza quanto i giovani chiedano a gran voce più formazione ambientale nei loro percorsi accademici. In fondo la stessa Greta Thunberg alla Conferenza sul clima dei giovani di Milano due anni fa aveva detto che per intervenire sulla crisi climatica servivano green jobs. E dieci anni prima, nel 2012, 1.400 giovani, bambini e ragazzi fra i 10 e i 24 anni, provenienti da 120 paesi di tutto il mondo, si erano riuniti a Bandung in Indonesia in preparazione della conferenza sull’ambiente di Rio+20, e avevano fatto emergere come il loro futuro sarebbe stato nell’economia verde e nei green jobs o non sarebbe stato.


Valutazione delle tematiche legate alla sostenibilità ambientale

I laurati giudicano insufficiente il livello di approfondimento delle tematiche legate alla sostenibilità ambietale affrontate durante gli insegnamenti obbligatori o opzionali.

Grafico a barre orizzontali che mostra la valutazione media (su scala 1-10) della richiesta di maggiore approfondimento delle tematiche legate alla sostenibilità ambientale per vari ambiti di laurea.  STEM: 5,2  Economia, Giuridica e Sociale: 5,0  Artistica, Letteraria ed Educazione: 4,9  Sanitaria e Agro-Veterinaria: 4,6  TOTALE: 5,0

Fonte: “I laureati e la sostenibilità ambientale”, Almalaurea, 2023

Ma i giovani intervistati da Almalaurea hanno anche affermato che l’attuale formazione non è sufficiente. D’altronde la cosa emerge anche dai dati più recenti del Sistema Informativo Excelsior, di Unioncamere e Anpal, che rilevano come il mercato del lavoro italiano, tra il 2023 e il 2027, richiederà a quasi 2,4 milioni di occupati competenze green di livello almeno intermedio e a oltre 1,5 milioni di livello elevato. 

La domanda di competenze green riguarderà, perciò, rispettivamente il 65% (livello intermedio) e il 41% (livello elevato) dell’intero fabbisogno occupazionale previsto.

Il problema è che i green jobs risultano più difficili da trovare: dalle stime ne mancherebbero all’appello più della metà, il 52,6%.


Entrate programmate delle imprese nel 2023 per grande gruppo professionale e difficoltà di reperimento
Tabella sui Green Jobs per gruppi professionali: il totale è 1.918.610 (100%). Le maggiori percentuali di Green Jobs sono per artigiani e operai specializzati (34%), conduttori di impianto (23,4%), e professioni tecniche (17,4%). La difficoltà media di reperimento è 52,6%, con valori massimi per dirigenti (67,3%) e artigiani (62,3%)

Fonte: Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, 2023

In linea generale, mancano nuovi lavoratori un po’ in ogni ambito (la media generale è intorno al 41%, alta ma minore rispetto alla fame di competenze verdi).

Da una parte c’è il fenomeno denatalità che rende sempre minore, di anno in anno, il numero assoluto di candidati, dall’altra c’è uno storico mismatch fra domanda e offerta che si fatica da sempre a colmare: aziende e aspiranti lavoratori e lavoratrici che faticano ad incontrarsi.
C’è, però, un terzo fenomeno, che i 222.000 laureati dell’indagine di Almalaurea ben mettono in evidenza: un difetto nell’offerta formativa.
Che, attenzione! non riguarda solo l’offerta universitaria. Anche le ITS Academy non bastano.

«Il possesso di competenze verdi – spiega Unioncamere – è considerato fondamentale per l’assunzione a prescindere dal livello di istruzione: si osservano le richieste maggiori per il personale con una formazione tecnologica superiore (è necessaria per l’84,8% delle entrate con ITS) e per i laureati (82,8%), ma la domanda rimane elevata anche per chi è in possesso di un titolo di studio di livello secondario e/o post-secondario (81,9%) o una qualifica e/o diploma professionale (78,6%).  Tra gli indirizzi di laurea cui è associata una più elevata domanda della green skill si evidenziano l’ingegneria civile e architettura, ingegneria industriale, chimico-farmaceutica, altri indirizzi di ingegneria, scienze biologiche e biotecnologie e scienze della terra. Tra gli ITS sono più richieste le competenze green negli ambiti delle tecnologie innovative per i beni e le attività culturali, della moda, dell’efficienza energetica e della mobilità sostenibile».

Bisogna perciò agire sui due fronti: la riduzione del mismatch fra domanda e offerta e l’aumento-miglioramento dell’offerta formativa. Solo così, arriveremo puntuali all’appuntamento con una vera ed efficace transizione ecologica.


Prime 10 professioni per cui l'attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale sono maggiormente richieste nel 2023 con un grado elevato di importanza (% sul totale delle entrate)

Sono considerate le professioni con almeno 4.000 entrate totali nel 2023.
grafico con le percentuali del grado di importanza rispetto al risparmio energetico riguardo a diversi settori professionali
Fonte: Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, 2023


Competenze green richieste dalle imprese per indirizzi universitari nel 2023  (% sul totale entrate)

Sono rappresentati gli indirizzi con almeno 1.000 entrate totali nel 2023.
grafico con le percentuali delle competenze green richieste dai diversi tipi di imprese
Fonte: Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, 2023

Recentemente un rapporto, messo a punto da Unioncamere e Almalaurea, “Laureati e lavoro” ha messo in evidenza quanto i giovani chiedano a gran voce più formazione ambientale nei loro percorsi accademici.
Insomma.
Lo dicono gli stessi dati raccolti da Almalaurea attraverso un sondaggio che ha coinvolto più di duecentomila laureati: «La valutazione espressa, relativamente al livello di approfondimento delle tematiche legate alla sostenibilità ambientale, è complessivamente insufficiente (in media 5,0 su 10) sia per i laureati di primo sia per quelli di secondo livello».

Ad essere leggermente più critiche rispetto al livello di approfondimento di tali tematiche sono le donne (4,8 rispetto a 5,2 degli uomini) che, si ricorda, le hanno affrontate meno di frequente durante il percorso di studio. Tuttavia, è importante sottolineare come i laureati che hanno trattato tali tematiche richiedano maggiore approfondimento degli argomenti relativi alla sostenibilità ambientale (in media a 6,5 su una scala da 1 a 10).

A tal proposito, non si rilevano differenze di rilievo tra primo e secondo livello, mentre sono in particolare le donne e i laureati STEM a volerle approfondire maggiormente (rispettivamente 6,6 e 6,7).

Un articolo scritto da Marco Gisotti

PUBBLICAZIONE

30/05/2024

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