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(Dis)Fare impresa: storia di un’azienda familiare, simbolo di resilienza, nel settore della sostenibilità e del riciclo

<<In quanto primogenita, sono stata la prima a entrare in azienda. Ma quando è iniziata la mia personale avventura, ignoravo che mi sarei sentita ben presto come un soldato in battaglia, sempre impegnato a difendere la sua roccaforte sotto assedio. Forse per questo, quando mi chiedo che cosa ho fatto di importante nella mia vita, la risposta che mi do è che ho lavorato e ho fatto di tutto per sostenere, difendere e salvare la Marcopolo. Ne valeva la pena, non ho alcun dubbio in merito>>.

Con queste parole Alessia Bertolotto apre il suo libro "(Dis)Fare impresa", in uscita il 12 settembre per Santelli Editore, ma già disponibile in prevendita: un’opera intensa e personale, che racconta la storia di Marcopolo Environmental Group, azienda di famiglia attiva nel settore della sostenibilità ambientale e del riciclo, fondata nel 1989 a Borgo San Dalmazzo (Cuneo) dal padre, Antonio Bertolotto, insieme alla madre Noris Bodino.



Innovazione, sostenibilità e viaggi
Una visione illuminata, perché all’epoca ancora non si parlava di green economy e di circolarità. E i rifiuti non erano ancora considerati risorse. Ma Antonio Bertolotto aveva già un approccio ecologico e imprenditoriale, combinava innovazione e sostenibilità ed era anche appassionato di viaggi. Il nome dell’azienda riflette, infatti, la sua ammirazione per i grandi viaggiatori, in particolare Marco Polo – appunto – e Cristoforo Colombo.

Come scrive ancora l’autrice, <<il primo aveva viaggiato verso Est, il secondo verso Ovest, ma entrambi avevano fatto conoscere all’Europa la grandezza e la varietà del mondo, svelando quanta vita, storia, cultura ed economia ci fossero oltre i nostri orizzonti non solo geografici, ma anche mentali. Sul loro esempio, mio padre aveva imparato a considerare l’apertura internazionale un valore irrinunciabile della crescita personale e collettiva, tanto sul piano intellettuale, quanto sul versante economico: uno sguardo che sapesse andare ben oltre i suoi confini originari, mosso da curiosità e interesse per i Paesi lontani>>.


 



Una storia di resilienza, non solo lavorativa
Il racconto è <<un viaggio tra difficoltà, ingiustizie, momenti di grande resilienza e interventi della Provvidenza>>: la storia della Marcopolo è fatta di alti e bassi, di nobili intenti e duri confronti, di fedeltà e delusioni. <<Tuttavia, il messaggio che emerge è positivo: quando si agisce guidati da principi solidi e da un impegno autentico, l’equilibrio e la giustizia possono tornare a prevalere>>.

Tutto questo è racchiuso nel titolo del libro, "(Dis)Fare impresa", dai meccanismi che possono portare al fallimento di un’azienda alle strade per farla rinascere, per ricostruire relazioni, valori, visioni. <<Il filo conduttore è sempre l’essere umano, in tutte le sue sfumature, tra luci e ombre: un’eterna lotta tra bene e male, tra angeli e demoni, che si riflette in ogni ambito della vita, non solo professionale>>, spiega Alessia Bertolotto. <<Per questo, più che una semplice testimonianza aziendale, ho pensato questo libro come un vademecum utile a chiunque stia attraversando nella sua vita una crisi o una trasformazione, in cui integrità e perseveranza fanno la differenza, insieme alle persone di cui ci si circonda, che devono essere positive, ottimiste>>.

<<Siamo persone prima che imprenditori>>
Perché Alessia Bertolotto ha sentito il bisogno di scrivere? <<Per vari motivi>>, come spiega lei stessa.
Il primo: <<Volevo portare serenità a me, alla mia famiglia e ai collaboratori che mi sono rimasti accanto. Il passato non si cambia, le ferite restano, ma chi ha dedicato la propria vita al lavoro e all’ambiente merita un risarcimento morale, una riabilitazione della propria reputazione>>.
In secondo luogo <<volevo offrire strumenti a chi si trova magari in situazioni simili a quelle che abbiamo vissuto noi. Le dinamiche che ho raccontato, tra l’altro, non riguardano solo le aziende, ma anche la vita quotidiana. Siamo persone prima che imprenditori, e la nostra indole resta la stessa in ogni ambito>>.
Il terzo motivo? <<I giovani, che sono il nostro futuro. E, più che di parole, hanno bisogno di esempi. Ho voluto raccontare cosa può accadere, a seconda della strada che si sceglie, alle anime buone, per rafforzare la loro fiducia nel fare il bene, e alle anime oscure, per ricordare loro che il Diavolo fa le pentole, ma non i coperchi>>.




Invito ai legislatori sulla sostenibilità

Nel libro non manca una riflessione lucida e concreta sulle difficoltà burocratiche e legali affrontate dall’azienda. E così Bertolotto rivolge un invito ai legislatori: <<Bisogna ripensare alcune normative che, anziché sostenere, ostacolano le imprese, specialmente quelle impegnate in attività sostenibili e ambientali>>. Uno dei punti critici, per esempio, è la lentezza delle procedure per poter avviare impianti di produzione di messa in sicurezza delle discariche mediante la distruzione del biogas tossico e la produzione di energia e/o biometano da biogas di discarica, da umido da raccolta differenziata e da zoo-agro-biomasse, che è il core business di Marcopolo Environmental Group: <<Ci vogliono 4 anni, anziché 12 mesi, che sarebbe un tempo consono. Nel frattempo il biogas viene disperso, perché non tutte le discariche lo distruggono energeticamente, con danno ambientale, oltre che economico, legato al mancato recupero e valorizzazione. Spero che, grazie al mio racconto, l’attenzione su questa forma di valorizzazione dello scarto possa aumentare. Rappresenta solo una quota minima, circa lo 0,1%, del settore delle rinnovabili, a cui viene assimilata erroneamente: il trattamento del biogas da discarica è una grande bonifica ed ha grandi potenzialità>>.

Oltre alla business unit dedicata al biometano, Marcopolo Environmental Group, realtà internazionale con numerosi brevetti e processi produttivi nel campo della valorizzazione sostenibile degli scarti, del loro recupero e poi della produzione di energia da fonti rinnovabili, si compone di altre due business unit, una dedicata all’agrivoltaico e l’altra all’idrogeno. <<Abbiamo poi un’altra creatura, Paneco Ambiente, nata nel 2016, che si occupa, anche in collaborazione con università e centri di ricerca, dello sviluppo e della produzione di prodotti biologici pensati per la casa, il benessere personale e quello agli amici a quattro zampe. Abbiamo scelto la strada della diversificazione, anche perché la nostra esperienza ci ha insegnato che non bisogna mai sentirsi al sicuro e pensare di essere arrivati, ma bisogna prepararsi ad affrontare le possibili crisi proprio quando tutto sembra andare bene>>. 

 



Articolo scritto da Maria Carla Rota
Questo blog è un progetto editoriale sviluppato da Ecomondo con Materia Rinnovabile

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19/08/2025

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