Nel percorso di diversificazione del mix energetico perseguito dall’Unione Europea il biogas rappresenta, oltre che un importante esempio di economia circolare, un investimento fondamentale per aumentare la competitività e la leadership UE nelle tecnologie pulite e per rafforzare la resilienza del sistema energetico europeo, considerato che, secondo Eurostat, il 98% della domanda europea di gas naturale nel 2022 è stato coperto dalle importazioni.
Biogas e biometano: la differenza
Composta principalmente da metano e anidride carbonica, questa fonte rinnovabile strategica deriva dalla decomposizione anaerobica, cioè in assenza di ossigeno, di biomasse di varia origine, tra cui residui agricoli, scarti alimentari, reflui zootecnici e fanghi di depurazione.
Il biogas può essere usato direttamente per produrre energia elettrica e calore, tramite cogeneratore, oppure può essere raffinato, attraverso un processo chiamato upgrading, e trasformato in biometano, un composto purificato, intercambiabile con il gas naturale convenzionale, adatto all'immissione nella rete nazionale oppure a essere utilizzato come carburante per i trasporti.
Biogas in Europa: il potenziale di crescita
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’European Biogas Association (EBA), la produzione combinata di biogas e biometano in Europa nel 2023 ammontava a circa 22 miliardi di Smc (Standard metro cubo): una cifra che supera l'intera domanda interna di gas naturale di Belgio, Danimarca e Irlanda messe insieme e rappresenta il 7% del consumo di gas naturale dell'Unione Europea nel 2023. La sola produzione di biometano è cresciuta fino a 4,9 miliardi di metri cubi nello stesso anno, con una capacità installata di 6,4 miliardi di metri cubi/anno entro il primo trimestre 2024.
In termini di usi finali, il consumo di biometano si concentra nei settori con il più elevato consumo energetico, favorendone la decarbonizzazione: nel 2023 il 23% del biometano prodotto in Europa è stato utilizzato per i trasporti, il 17% per l'edilizia, il 15% per la produzione di energia e il 13% per l'industria.
Guardando al futuro, il target europeo al 2030, nell’ambito del piano REPowerEU, è quello di raggiungere i 35 miliardi di metri cubi di produzione: sempre l’EBA stima che questo favorirà la creazione di 500.000 posti di lavoro e genererà un beneficio aggiuntivo di 12 miliardi di €/anno per la bioeconomia europea, considerando che almeno 25 miliardi di € saranno investiti nel biometano europeo entro i prossimi cinque anni.
Biogas e zootecnica: un’alleanza strategica
La produzione di biogas da residui zootecnici, che consente anche di produrre digestato, un ottimo fertilizzante per i campi, è una delle applicazioni più concrete dei principi dell’economia circolare e rappresenta un processo fondamentale per un’agricoltura sostenibile.
L’adozione su larga scala di impianti dedicati a questo processo è però ancora limitata, perché legata a una serie di fattori che influenzano la redditività: tra questi, come emerge da uno studio di IEA Bioenergy, condotto in sette Paesi (Germania, Austria, Norvegia, Regno Unito, Irlanda, Canada e Australia), la dimensione della mandria, la struttura dell’allevamento, la disponibilità di co-substrati (scarti alimentari, fanghi di depurazione), il settore di destinazione dell’energia prodotta (elettricità, calore, biocarburanti) e la possibilità di accedere a un sostegno pubblico.
Articolo scritto da Maria Carla Rota
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03/06/2025