La domanda globale di acqua sta crescendo a un ritmo allarmante, con previsioni di un aumento del 20-25% entro il 2050, e molti paesi della regione MENA sono alla ricerca attiva di investitori internazionali che contribuiscano a finanziare le loro crescenti e costose esigenze di desalinizzazione. L’Italia ha mostrato interesse per il settore, con un coinvolgimento sempre maggiore negli ultimi anni sulle coste meridionali del Mediterraneo.
La scarsità d'acqua è un problema significativo in tutto il Medio Oriente e il Nord Africa. La regione MENA è la più colpita al mondo dallo stress idrico, con l'83% della popolazione che deve affrontarne livelli estremamente elevati, secondo l'Aqueduct Water Risk Atlas 2023 del World Resource Institute. Gli ultimi dati di quest'anno, pubblicati dal World Population Review, rivelano poi che quattro dei cinque paesi con il più alto stress idrico al mondo si trovano nella regione MENA: il Kuwait occupa il primo posto, mentre l'Oman è al terzo, seguito da Qatar, Bahrein, Libano, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Egitto e Libia.
Domanda globale di acqua: previsioni
Non solo. La domanda globale di acqua, come ricorda anche la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità, che ricorre il 17 giugno, sta anche aumentando a un ritmo allarmante. Le previsioni di crescita si aggirano intorno a +20-25% entro il 2050 e, sempre entro metà secolo, si prevede che il 100% della popolazione della regione MENA sarà colpita da stress idrico estremo.
In risposta alla gravità di questa sfida, i governi di tutta la regione si sono impegnati ad aumentare in modo significativo gli investimenti nella desalinizzazione, mettendo in campo un totale di 100 miliardi di dollari entro il 2030, rispetto ai 39,3 miliardi di dollari stanziati per i progetti realizzati nel 2022, con l'obiettivo di quasi raddoppiare l'attuale capacità. Queste proiezioni sono probabilmente molto sottostimate, poiché molti governi stanno anche pianificando di aumentare la produzione di idrogeno verde, un processo che comporta un consumo notevole di acqua pulita.
Attualmente, la maggior parte dei paesi del Golfo dipende già in larga misura dall'acqua desalinizzata per il consumo dei propri abitanti: negli Emirati Arabi Uniti, il 42% dell'acqua potabile proviene da impianti di desalinizzazione che producono oltre 7 milioni di m3 al giorno, in Kuwait il 90%, in Oman l'86% e in Arabia Saudita il 70%.
La regione MENA non è comunque l'unica a dover affrontare sfide legate alla scarsità idrica, poiché si prevede che l'Africa subsahariana registrerà l'aumento più significativo della domanda idrica, con un incremento del 163% entro il 2050 rispetto al 2019. Anche l'America Latina e i Caraibi dovrebbero soffrire di livelli elevati di stress idrico, a differenza del Nord America, dell'Europa e dell'Asia orientale, dove la domanda idrica dovrebbe rimanere più stabile.
I progetti in corso in Medio Oriente e Nord Africa
Molti paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, tra cui Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Oman, sono quindi alla ricerca di investitori internazionali che contribuiscano a finanziare le loro crescenti e costose esigenze di desalinizzazione. Mentre Francia e Spagna sono state finora in prima linea negli investimenti europei di questo tipo in Medio Oriente, l'Italia ha mostrato un crescente interesse per il settore, con un coinvolgimento sempre maggiore negli ultimi anni sulle coste meridionali del Mediterraneo.
Egitto: desalinizzazione alimentata da energie rinnovabili
L’Egitto ha all’attivo vari investimenti nella desalinizzazione e nella demineralizzazione. Nel 2018, per esempio, Orascom Construction Limited ha avviato l'impianto Multipurpose Applications by Thermodynamic Solar (MATS) a Borg El Arab, vicino ad Alessandria. Il progetto, cofinanziato dall'Unione Europea e da un consorzio di 11 partner provenienti da Italia, Egitto, Francia, Germania e Regno Unito, mira a utilizzare l'energia rinnovabile per ridurre il livello delle emissioni di carbonio rilasciate dal processo di desalinizzazione. Infatti, uno studio pubblicato lo scorso anno sulla desalinizzazione alimentata da energie rinnovabili per la produzione sostenibile di acqua in Medio Oriente ha concluso che l'impronta relativamente ridotta del CSP (rispetto agli impianti eolici) e la sua maggiore affidabilità ed efficienza lo rendono una soluzione ideale per i futuri progetti.
L'impianto utilizza la tecnologia solare a concentrazione (CSP) per alimentare il sistema di desalinizzazione dell'acqua e produrre acqua potabile in grado di soddisfare il fabbisogno di circa 1.000 persone. La stazione CSP è supportata da una centrale a gas per stabilizzare l'alimentazione elettrica delle unità di desalinizzazione e demineralizzazione, secondo quanto riportato in una dichiarazione della Commissione Europea. Il progetto è guidato dall'Agenzia nazionale italiana per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), mentre l'Accademia per la ricerca scientifica e tecnologica (ASRT) ha il ruolo di partner di ricerca principale in Egitto. Il budget totale ammonta a 22 milioni di euro, di cui 12,5 milioni di euro sono forniti come sovvenzione dall'Unione Europea.
Nel 2022, poi, Cannon Artes ha firmato un contratto con la Suez Oil Processing Company del valore di 31 milioni di dollari per la costruzione di un impianto integrato di desalinizzazione e demineralizzazione. Un’iniziativa che fa parte di un più ampio progetto di modernizzazione della raffineria SOPC di Suez. Cannon Artes è responsabile della progettazione, dell'ingegneria, della produzione, della consegna, della messa in servizio e dell'avvio di un impianto integrato di trattamento delle acque.
Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita: la cornice del Piano Mattei
A seguito di un incontro a Roma tra il presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohammed bin Zayed, e il primo ministro italiano Giorgia Meloni nel febbraio 2025, gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato piani per investire 40 miliardi di dollari in Italia, di cui 250 milioni destinati alle energie rinnovabili, alla desalinizzazione e allo sviluppo di iniziative per l’ammoniaca verde e l’idrogeno verde. L’accordo è stato firmato dal gruppo italiano Sace, sostenuto dal governo, e dalla società emiratina di energie rinnovabili Amea Power nell'ambito del Piano Mattei e del piano industriale di Amea Power.
Questa partnership mira anche a rafforzare le esportazioni italiane verso l'Africa e il Medio Oriente ed è incentivata da Sace attraverso una garanzia di prestiti uniti nella Push Strategy. Sace e Metito Utilities hanno anche firmato un altro accordo da 100 milioni di dollari in linea con il Piano Mattei, un’iniziativa concentrata su settori come acqua, acque reflue, desalinizzazione, termovalorizzazione e altro.
Inoltre, la società saudita Acwa Power, attiva nel settore delle energie rinnovabili, ha firmato un accordo con sei investitori italiani per promuovere una partnership incentrata sull'idrogeno verde, la desalinizzazione e la ricerca e sviluppo. L'accordo è stato firmato nel 2023 e ha visto la partecipazione di Confindustria, con l'obiettivo di valutare il potenziale di progetti relativi all'idrogeno verde e alla desalinizzazione dell'acqua.
All'inizio di quest'anno, poi, Acwa Power ha firmato cinque memorandum d'intesa con quattro organizzazioni italiane, tra cui il produttore di elettrodi De Nora, per aiutare a integrare soluzioni avanzate di trattamento dell'acqua nei progetti di desalinizzazione di Acwa Power, come le tecnologie di valutazione della disinfezione e i test pilota di nuovi sistemi. L'accordo si basa su un precedente accordo firmato nel 2023 con De Nora.
Oman: in costruzione il più grande impianto del sultanato
L'azienda italiana di trattamento delle acque Fisia Italimpianti, filiale del conglomerato di ingegneria e costruzioni Webuild Group, si è aggiudicata due contratti per un valore complessivo di circa 330 milioni di dollari per la costruzione di due impianti di desalinizzazione in Oman per la società statale Oman Power and Water Procurement Company. Il primo progetto, Ghubrah 3, avrà una capacità produttiva di 300.000 m3 di acqua al giorno, mentre il secondo, Barka 5, ne produrrà 100.000 m3 al giorno, rendendo Ghubrah il più grande impianto del sultanato. Fisia Italimpianti detiene una partecipazione del 50% in entrambe le joint venture.
Gli impatti ambientali della desalinizzazione
Sebbene questi progetti di desalinizzazione contribuiscano a garantire un approvvigionamento idrico affidabile e sostenibile per grandi comunità, possono avere un impatto negativo sull'ambiente, in particolare sugli ecosistemi marini. Uno studio pubblicato lo scorso anno mostra che la stazione di Bousfer, situata sulla costa di Orano, nell'Algeria occidentale, ha scaricato la salamoia direttamente sulla costa causando molteplici effetti negativi, come la formazione di schiuma sulla superficie dell'acqua, che può indicare la possibilità di contaminazione da sostanze chimiche utilizzate nel processo di desalinizzazione per osmosi inversa. Lo stesso studio ha dimostrato che lo scarico di salamoia dalla stazione ha un impatto sull'abbondanza di specie, tra cui, ma non solo, le alghe endosimbionti, e un impatto ambientale più ampio sul suolo circostante, con il rischio di contaminare il terreno e l'acqua.
Un altro aspetto importante che è stato trascurato nella valutazione dei processi avanzati di trattamento delle acque, come la desalinizzazione, è l'elevato livello di gas serra emessi durante il processo. A seconda del livello di salinità e del metodo di desalinizzazione utilizzato, la desalinizzazione richiede un elevato consumo di energia che, ad esempio nel caso dell'osmosi inversa (il metodo più diffuso), varia da 2,5 a 4,0 kWh per m3. Ciò significa che l'impianto Ghubrah 3 dell'Oman, con una capacità di 300.000 m3/giorno, emetterebbe almeno 295 tonnellate di anidride carbonica al giorno, equivalenti a 69 autovetture a benzina guidate per un anno. Dato che i paesi della regione MENA hanno firmato l'Accordo di Parigi impegnandosi a passare alle energie rinnovabili e a ridurre le emissioni, tutti i governi sono alla ricerca di modi per aumentare gli investimenti nella desalinizzazione alimentata da energie rinnovabili.
Infine, la desalinizzazione dovrebbe essere utilizzata anche per fornire acqua dolce per la produzione di idrogeno verde, uno dei principali ostacoli per le zone con scarsità d'acqua. Un rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia (AIE) ha stimato che per ogni chilogrammo di idrogeno verde prodotto sono necessari 9 litri d'acqua. Un altro studio ha rilevato che se la produzione di idrogeno verde fosse alimentata da energia solare, il fabbisogno idrico totale sarebbe di circa 32 kg di acqua per ogni kg di idrogeno verde, mentre con l'energia eolica il fabbisogno idrico cumulativo sarebbe di 22 kg di acqua.
Un articolo scritto da Noor El Leil
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PUBBLICAZIONE
13/06/2025