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28ª Edizione  04-07 Novembre 2025  Quartiere Fieristico di Rimini
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Il futuro dei piccoli RAEE tra riuso, riparazione e riciclo

Il futuro dei piccoli RAEE tra riuso, riparazione e riciclo

Secondo il Global E-waste Monitor 2024, nel 2022 nel mondo sono stati generati oltre 62 milioni di tonnellate di RAEE - Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, equivalenti a una media di 7,8 kg pro capite all’anno: una produzione (erano 34 milioni nel 2010) che aumenta ben cinque volte più velocemente rispetto al riciclo. All’interno di questo flusso, una quota significativa è rappresentata dai piccoli apparecchi elettrici ed elettronici, una delle categorie più diffuse, ma anche una delle più difficili da intercettare, perché spesso questi oggetti, una volta dismessi, restano dimenticati in casa.
 


I piccoli RAEE, una “miniera urbana”
Ognuno di noi, probabilmente, ha un cassetto che custodisce il passato tecnologico più o meno recente: cellulari, caricabatterie, auricolari, sveglie digitali, tablet e computer. Oltre all’informatica e all’elettronica di consumo, nella categoria dei piccoli RAEE rientrano anche gli apparecchi di illuminazione, come lampade a risparmio energetico, lampade a LED e tubi fluorescenti, e i piccoli elettrodomestici, come phon, ferri da stiro, macchine per il caffè, rasoi e spazzolini elettrici. 

Tutti questi prodotti sono una vera “miniera urbana” di materie prime di valore, come rame, alluminio, argento, oro, litio, terre rare, per cui è importante avviarli a un corretto riciclo, in un’ ottica di economia circolare. Prima ancora, però, è bene riutilizzarli e ripararli, quando possibile, per allungarne la durata di vita e rallentare così il tasso di produzione dei rifiuti.


L’Ue in campo per ridurre i RAEE
Nel marzo 2020, nell’ambito del Green Deal, la Commissione europea ha presentato un piano d'azione per l'economia circolare (Circular economy action plan - CEAP), inserendo tra le priorità la riduzione dei RAEE. Per esempio, ha stabilito che entro la fine del 2024 l’USB di tipo C dovesse diventare il caricatore standard per la maggior parte dei dispositivi elettronici, mentre entro il 28 aprile 2026 i laptop dovranno essere dotati di una porta USB Type-C.

Per l’ultimo trimestre del 2026 è poi prevista l’emanazione del Circular Economy Act, che rafforzerà il modello europeo di economia circolare con nuove misure legislative: in questa occasione la Commissione europea procederà anche alla revisione della Direttiva europea 2012/19/UE, conosciuta anche come “Raee 2”.  A questo proposito è attualmente in corso una consultazione pubblica (aperta fino al 6 novembre 2025) per permettere a cittadini, imprese e organizzazioni di fornire suggerimenti. 

 


Raccolta differenziata da migliorare
Secondo uno studio della Commissione Ue pubblicato il 2 luglio 2025, il target del 65% per la la raccolta differenziata dei RAEE è un traguardo lontano per molti Stati membri, tranne Bulgaria e Slovacchia, che hanno già raggiunto l’obiettivo: il tasso medio di raccolta dei rifiuti elettronici è infatti fermo al 47% (dati 2021). A questo proposito, sempre lo scorso luglio la Commissione Ue ha proposto l’introduzione di una tassa di 2 euro al chilogrammo sui RAEE non raccolti: un importo che sarebbe addebitato annualmente a ciascuno Stato, in base alla differenza tra le quantità immesse sul mercato e quelle effettivamente raccolte in modo differenziato.

Bene, invece, il tasso medio europeo di riciclo dei rifiuti raccolti, pari all'80-85%, mentre rimane bassa, tra lo 0,6% e l’1,7%, la preparazione per il riuso. Per quanto riguarda gli impianti di trattamento dei Raee, inoltre, solo il 23% opera secondo la norma tecnica Cei En 50625 sul trattamento efficiente. Infine, frammentaria è l’applicazione della responsabilità estesa del produttore (EPR), principio alla base dell’intero sistema, secondo cui chi immette apparecchiature elettriche ed elettroniche sul mercato è tenuto a finanziarne il ritiro, il trattamento e il corretto riciclo a fine vita.


Il valore del riuso e della riparazione
Se il riciclo è fondamentale, riuso e riparazione permettono di allungare la vita utile dei prodotti, riducendo il consumo di nuove risorse e le emissioni di CO2 legate alla produzione. A questo scopo nel 2024 il Parlamento Ue ha approvato in via definitiva la direttiva sul “diritto alla riparazione”, lasciando agli Stati membri 24 mesi di tempo per recepire la normativa nel diritto nazionale.

Con la nuova legge i produttori sono obbligati a fornire servizi di riparazione tempestivi ed economici, mentre le merci in garanzia legale beneficeranno di un'ulteriore estensione di un anno. Per facilitare i consumatori, verrà creata una piattaforma online europea, con sezioni nazionali, dove poter trovare facilmente negozi di riparazione locali, venditori di beni ricondizionati, acquirenti di articoli difettosi o iniziative di riparazione gestite dalla comunità, come i repair café.


 



Rilanciare il mercato delle riparazioni
E ancora, i produttori dovranno fornire pezzi di ricambio e strumenti ad un prezzo ragionevole e non potranno ostacolare le riparazioni. In particolare, non potranno impedire l'uso di pezzi di ricambio di seconda mano o stampati in 3D da parte di riparatori indipendenti, né potranno rifiutare di riparare un prodotto solo per motivi economici o perché è stato precedentemente riparato da qualcun altro. Inoltre, ogni Paese membro dovrà attuare almeno una strategia per promuovere le riparazioni, ad esempio buoni acquisto, campagne di informazione, corsi di riparazione e sostegno alle realtà che si occupano di riparazione.

Circolarità e innovazione
La sfida per il futuro della gestione dei RAEE è, quindi, duplice: da un lato si punta a intercettare il più alto numero possibile di piccoli RAEE, dall’altro si progettano filiere di rigenerazione economicamente sostenibili, in cui riparazione, riuso e riciclo convivono e si completano. In questo scenario, l’innovazione  giocherà un ruolo chiave: per esempio, sistemi di tracciabilità basati su blockchain per monitorare il percorso del rifiuto, piattaforme digitali per il matching tra domanda e offerta di componenti rigenerati, laboratori mobili di riparazione per portare il servizio direttamente al cittadino.
Articolo scritto da Emanuele Bompan e Maria Carla Rota

Questo blog è un progetto editoriale sviluppato da Ecomondo con Materia Rinnovabile

Credits:

 

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